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Pubblicazione del libro del dott. Francesco Gallo "Emigrazione di cittadini di Belmonte Calabro negli USA dal 1882 al 1924" (277 pagine, 150 illustrazioni)

Tra il 1882 ed il 1924 da Belmonte Calabro verso gli USA, vi fu un notevole flusso migratorio. Infatti, 1093 belmontesi sbarcarono a New York: il 30 % di questi si stabilirono a Manhattan (New York) , il 12% a Washington (Pennsylvania), l'8% a Pittsburgh (Pennsylvania), il 7% a Steubenville (Ohio) ed il 6% a Providence (Rhode Island).


 

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Ultimo aggiornamento:  02-08-15

 
Questo SITO, promosso dal dott. Francesco Gallo laghitano residente a Padova e realizzato da Giovanni Campora, nasce dal desiderio di rimanere ancorati alle nostre radici preservando il dialetto, le tradizioni e le usanze  del paese di LAGO che si trova in provincia di Cosenza  nella Regione italiana della Calabria.

 

Vuole essere un omaggio ai nostri fratelli, padri e nonni, che sollevarono il paese di Lago  da  misere condizioni con le loro rimesse monetarie.


E’ una forma di  riconoscenza verso quei compaesani che hanno saputo  dar vita a tante comunità nel mondo. Uomini, donne e bambini che con la loro intelligenza, pazienza, cultura e straordinaria energia  hanno lasciato  una  impronta indelebile nei  Paesi che li ospitavano, incidendo nel tessuto sociale, ma anche nella struttura economica, nelle tradizioni, nell’arte, nella scienza e nella politica. Essi hanno esportato  fuori Lago molti valori morali della nostra gente: la laboriosità, l’ospitalità, la solidarietà, l’attaccamento alle tradizioni, la stabilità della famiglia ed  il rispetto per gli anziani.

 

ll  nome “Laghitani nel Mondo” indica che c’è un altro paese di circa 4000 laghitani  sparsi in  tre  continenti (America, Oceania e Europa) e in varie città italiane.

 

 
L’ideatore del sito è il  laghitano Dott. Francesco Gallo che da parecchi anni vive a Padova dove svolge le professioni di  medico e di psichiatra. Avendo vissuto da emigrante nella città di New York per circa 15 anni, conosce direttamente le problematiche dell’emigrazione e molte informazioni derivano  dalla sua esperienza personale. Per avere un quadro internazionale del fenomeno, si è  fatto assistere da tanti emigrati laghitani residenti in altri Paesi, intervistandoli per telefono e raccogliendo i loro scritti e le loro foto.
Sono state  preziose le informazioni, le foto e i contatti fornite dal Maestro Salvatore Muto, il grande amico di molti emigranti di Lago

onori e medaglia di bronzo clicca qui

Gino Gallo, fratello dell'ideatore del Sito e co-autore assieme a lui del libro "Guida Storico-Culturale di Lago con Dizionario Dialettale Laghitano",  risiede a New York ed i lettori potranno mettersi in comunicazione con lui scrivendo a ginogallo@nyc.rr.com ".

 

Il sito  contiene cenni storico-culturali, linguistici e geografici su Lago, aneddoti, lettere e poesie in dialetto laghitano, foto e descrizioni di emigranti e le loro famiglie.
 
Molte informazioni sono state estratte  dai libri “Laghitani nel Mondo” di Francesco Gallo e “Guida Storico-Culturale di Lago” di Gino e Francesco Gallo.

CHIUNQUE PUÒ AGGGIUNGERE NOTIZIE al SITO scrivendo   alla casella di posta

                                            

    • Contributo degli emigranti italiani

   All’estero, l'Italia é sempre stata  sinonimo di moda, di alta cucina e di gastronomia, ma soprattutto di musica, di canzoni ('O sole mio', 'Addio mia bella Napoli',' Partono i bastimenti), di cinema, di teatro e di spettacolo. Alcuni nomi importanti di italiani all’estero: Frank Capra, Rodolfo Valentino, Frank Sinatra, Yves Montand, John Travolta, Liz e Vincent Minnelli, Martin Scorsese, Robert De Niro, Al Pacino, Danny De Vito, Leonardo di Caprio. La lista potrebbe includere tanti altri emigranti o figli di emigranti in varie parti del mondo ma  per motivi di spazio ci limitiamo.
  Tra i figli di emigranti di Lago troviamo uomini di cultura, manager, scienziati, medici e missionari che si sono molto impegnati per aiutare il prossimo con assoluta dedizione e generosità.
   Nell’anno 2000, c’erano 349 parlamentari di origine italiana, eletti in 27 Paesi: 42 in Europa, 47 in America del Nord, 253 in America centro meridionale, 7 in Oceania. Oltre la metà ha preso parte nel novembre 2000 alla Prima Conferenza dei Parlamentari d’Origine Italiana nel Mondo, organizzata dal Parlamento italiano. L’Argentina vanta il gruppo più numeroso con 89 parlamentari, seguita da Uruguay (46), Brasile (40), USA (26), Canada (21), Francia (19), Cile (18). I parlamentari sono originari di tutte le regioni d’Italia.

 

    • Generazioni d’italiani

   
  Si può essere italiani per nascita, per origine, per cultura, per formazione e per educazione. Gli italiani di prima generazione sono espatriati essenzialmente per cercare un lavoro, un migliore avvenire, per formarsi una famiglia e mantenerla dignitosamente.  La maggioranza è riuscita ad inserirsi bene nella nuova struttura sociale del Paese ospitante. Hanno trovato un lavoro anche se duro e faticoso, del benessere e  la speranza  di un  futuro diverso.
  Sono rimasti generalmente  vincolati alla matrice culturale originaria dove il linguaggio era sinonimo di dialetto d’origine, con scarsa conoscenza della lingua italiana e di quella della  nazione ospitante. Ecco perché per molti l’inglese, il tedesco  o il francese veniva italianizzato ( “laghitanizzato” per i paesani). In ogni caso, nel loro animo sono rimasti italiani o laghitani con i loro sogni e le loro speranze. 

Le seconde e le terze generazioni passarono da un iniziale rifiuto della lingua originaria ad un forte desiderio di riappropriarsi delle proprie origini linguistico-culturali. Quando  vengono in Italia, sono contenti di vedere i luoghi dove sono nati i loro genitori o  i loro nonni,  ammirare le meraviglie naturali ed artistiche italiane, diventando così orgogliosi della loro eredità culturale ed identità etnica. In  questo modo apprezzano maggiormente i sacrifici che fecero i loro parenti emigrando, costretti a lasciare uno dei Paesi più ricchi del mondo dal punto di vista storico-culturale. L’italiano possiede una filosofia di vita frutto di varie culture e tramandata da tante generazioni, che molti vorrebbero avere. Oggigiorno  tanti professionisti, per motivi di formazione e di studio,  continuano ad “emigrare” dall’Italia.
Non c’è più esportazione di braccia ma di cervelli.

 

L’esperienza migratoria è dura. Lo scrisse anche Dante Alighieri nella “Divina Commedia”:
                            “…Tu proverai sì come sa di sale
                              lo pane altrui, e come è duro calle
                             lo scendere e ‘l salir per altrui scale…” 

 (Paradiso XVII, vv. 5-6)

  E’ dura perché il Paese ospitante spesso considera il nuovo arrivato un pericolo  invece di un arricchimento culturale, una minaccia allo status-quo.
Il senso di insicurezza e la paura verso lo straniero non clandestino che lavora onestamente,  indicano che una comunità non ha fiducia in se stessa. Quando  la comunità ha un atteggiamento di apertura, senza temere che la nuova cultura minaccia la propria identità, riuscirà ad integrare i nuovi arrivati.  Una nazione forte e democratica sarà aperta al pluralismo culturale, cioè alla creazione di  una società multiculturale fondata sul reciproco rispetto e sul riconoscimento delle diverse componenti etniche. Ciò rappresenta una sfida contro le strategie fondate sull’indifferenza, sul razzismo e sull’ostilità, verso tutto ciò che minaccia lo status-quo. Infatti percepire lo straniero come un potenziale agente  che altera la purezza delle razze e delle culture, è la base per cercare di legittimare il razzismo. In realtà, questi stereotipi e pregiudizi sono basati su conoscenze superficiali di comodo diffuse tramite i mass-media per denigrare e ridicolizzare la cultura dello straniero cercando di affermare quella della nazione ospitante.
   Bisogna invece cercare di migliorare le nostre conoscenze reciproche perché solo apprezzando gli altri si diventa  più tolleranti e rispettosi. Per il Paese ospitante ma anche per lo straniero, l’emigrazione rappresenta un’opportunità d’incontro, un dialogo tra le diversità etnico-culturali,  sapendo che ogni differenza è solo un particolare aspetto di un unico volto dell’uomo.

   

Sarebbe interessante poter unire in un circolo culturale tutti i laghitani  sparsi nel mondo, chiamandolo “ASSOCIAZIONE  dei  LAGHITANI nel MONDO”. 

L’organizzazione avrebbe una sede principale a Lago con un Presidente, e tanti Segretari, uno per ogni nazione dove si trovano i nostri paesani e utilizzerebbe questo stesso sito www.laghitaninelmondo.com per diffondere notizie ai suoi soci.
Esso avrebbe lo scopo di mantenere contatti culturali, sociali e d’amicizia con i nostri fratelli emigrati, organizzando e promovendo:

  • riunione annuale dell’Associazione a Lago, nel mese di agosto
  • Festa dell’Emigrante Laghitano” a Lago nel mese di agosto di ogni anno
  • nascita di un Museo dell’Emigrazione Laghitana  
  • inaugurazione a Lago di una Piazzetta degli Emigranti Laghitani  dove verrà collocata la “ Statua dell’Emigrante Laghitano
  • completamento  della Casa dell’Emigrante (ideata da Don Alfonso Patrone,  Parroco di Lago)
  • insegnamento della  Storia dell’Emigrazione nella Scuola Elementare e  Scuola Media di Lago con l’ausilio in aula dei laghitani rientrati  al paese dopo una lunga esperienza dall’estero
  • la preservazione del nostro dialetto e delle nostre tradizioni
  • borse di studio presso l’Università della Calabria per i figli dei nostri emigrati all’estero con riconoscimento dei titoli di studio tra l’Italia e l’Estero
  • l’acquisizione automatica della cittadinanza italiana per i nostri oriundi
  • dei corsi di perfezionamenti e “stage” all’estero per i laghitani residenti a Lago ospiti presso famiglie di laghitani all’estero
  • viaggi turistico-culturali a Lago per i nostri emigranti e discendenti dove verranno accolti  dall’Associazione

 

 

Porto di Napoli (giugno 1963) Nave “Leonardo da Vinci” partenza per  New York di Francesco Coscarella ( “Ciccu ‘a Cavallara”)
Da sx a dx: Antonio Coscarella (fratello), Francesco Coscarella (Ciccu ‘e Caccavu),
Gregorio Muto (Gregoriu ‘e Ruvella) e  Francesco Coscarella (Ciccu ‘a Cavallara).

 

 

 

 

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